Scuola dell’infanzia – Plesso: San Giovanni Bosco – Sezioni: A B C
Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.
In occasione della Giornata della Memoria e del Giorno del Ricordo la Biblioteca dell’Istituto, nella persona della prof. Virginia Mariani, ha proposto rispettivamente alle classi quarte e quinte della Primaria e alle classi prime e seconde della Secondaria l’ascolto di una storia attraverso la modalità nuova del kamishibook.
La prima storia kamishibai “Stelle di David” insieme con il teatrino, è stata acquistata da Vivo di Fiabe; la seconda storia “La bambina con la valigia” è stata inventata e realizzata anche graficamente dalla stessa docente. Dopo ogni ascolto, c’è stata la condivisione di emozioni, domande, riflessioni, a cui è seguita un’attività creativa. Inoltre, per il Giorno del Ricordo, si è avuta la possibilità di ascoltare attrverso il montaggio di alcuni video trovati su YouTube la viva voce proprio della bambina, Egea Haffner.
L’esperienza per alunni e alunne ma anche per le docenti è stata molto positiva e commovente!
Inoltre per la Giornata della Memoria un’istallazione dedicata al testo di narrativa “La pioggia porterà le violette di maggio” si è arricchita delle note di pace e gentilezza che fuoriescono da un clarinetto.
L’autrice Florisa Sciannamea legge per i ragazzi delle classe 1A 1F e 1H alcune pagine del suo libro “Il mio nome è Futuro” … perché il Futuro è nella mani dei ragazzi
Quinto appuntamento del III Festival “Leggo, ergo sum”, organizzato dalla Biblioteca dell’I.I.S. “Adriano Olivetti” di Orta Nova, da MAO FM 19.77 e dal Gruppo di Lettura “Gli Spaginati” di Stornarella, nell’ambito di “Libriamoci. Giornate Nazionali di Lettura nelle Scuole”. Ospite dell’incontro lo scrittore e libraio Francesco Berlingieri, autore de “Il Concilio di Nicea”, moderato al C-LAB MAO di Orta Nova, il 18 dicembre, da Luigi de Seneen.
Non fatevi ingannare dal titolo. “Il Concilio di Nicea” rievoca la passione per la storia di Francesco Berlingieri e rimanda a un tempo, quello dell’infanzia e dell’adolescenza, ai suoi riti di passaggio, alla sua fede (calcistica) e alle certezze su cui il bambino foggiano ha cucito il suo “credo” di foggiano adulto. Un viaggio indietro nel tempo, guidati da Luigi de Seneen, tra una “balorda nostalgia” e uno sguardo oltre la siepe, il confine del quartiere, della città, di se stessi.
Lo scorso 23 gennaio, nell’auditorium del Liceo DE RUGGIERI, con la premiazione finale si è conclusa con grande successo la II edizione del concorso di scrittura creativa PREMIO STEFANO MILDA – “La scuola che vorrei… Per una comunità educante nel segno dei fondamenti civici”, bandito dal liceo classico in memoria del compianto dirigente scolastico Stefano Milda, che tanto ha fatto per la sua scuola e per il territorio di Massafra.
Numerosissimi e di gran pregio i lavori presentati dagli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio. Per la sezione “Narrativa” si è aggiudicato il primo premio il racconto “Il viaggio verso la scuola interstellare” dell’alunno Samuele Karol D’Eredità (IC PASCOLI-ANDRIA – Massafra), il secondo “Il regno di Altheria” dell’alunna Serena Carone (IC MANZONI – Massafra) e il terzo “L’incanto di Hiemalis” dell’alunno Zihao Chen (IC PASCOLI-ANDRIA – Massafra). I premi di merito per la sensibilità artistica emersa sono andati al racconto “Il medaglione magico” dell’alunna Dalila Mola (IC SAN GIOVANNI BOSCO – Massafra) e all’epistola “Di nota in nota” dell’alunna Eliana Tocci (IC PASCOLI-ANDRIA – Massafra).
Per la sezione “Poesia” il podio è andato ai componimenti “La scuola che vorrei” dell’alunno Leonardo Trimboli, “La scuola che desidero” di Martino Rollo e “Ascoltami” di Andrea Luccarelli. Il premio di merito è andato invece agli elaborati “La scuola” di Daniele Quarato e “La scuola: la mia seconda casa” di Antonio Cardone. Tutti i pregevoli componimenti poetici provenivano dalla scuola primaria PASCOLI di Massafra.
A premiare i giovanissimi vincitori la prof.ssa Anna Russo, moglie del preside Milda, e le sue figlie, Daniela, Ornella e Carla, accolte dalla Dirigente Scolastica del liceo, prof.ssa Elisabetta Scalera che al termine dell’evento si è complimentata con tutti gli alunni, ringraziandoli, insieme a tutti i docenti, per la calorosa e preziosa partecipazione.
Nell’accogliente e coloratissima palestra, allestita con cuscini e tanti palloncini colorati, gli alunni della classe 2^ A, di Scuola Primaria Calò, sono stati premiati, alla presenza dei genitori, dalla Dirigente Scolastica e dalle insegnanti di classe, con libri per il Premio Strega, avendo ottenuto il PRIMO POSTO, come LETTORI.
Orso e Uccellina, Il picnic e altre storie” di Jarvis, il libro da loro votato, vincitore del Premio Strega per miglior libro, per la categoria 6 più, li ha così appassionati che su loro richiesta, abbiamo pensato di donare loro due testi a scelta con le altre storie di ORSO e UCCELLINA: La Grande Avventura e altre storie; Le stelle e altre Storie. Gli alunni sono stati felicissimi di aver ricevuto questi nuovi libri tanto che in serata li hanno già cominciati a leggere e la mattina seguente, entusiasti hanno socializzato alle insegnanti gli episodi che li hanno incuriositi maggiormente.
Da un episodio di Orso che si prende cura di Uccellina abbiamo tratto delle riflessioni sulla GIORNATA MONDIALE DELL’AMMALATO e ciò che si può fare per chi soffre. Orso ha cercato di confortare Uccellina offrendole del cibo: patatine, caramelle, gommose, minestrina, crema, fagiolini e purè, un gesto che riflette il desiderio di alleviare la sua tristezza. Questo atto di generosità non è solo un modo per nutrire fisicamente Uccellina, ma simboleggia soprattutto la volontà di Orso di prendersi cura di lei in un momento difficile. Attraverso questo gesto, Orso dimostra che, anche nei momenti più bui è importante l’amore, l’affetto e la cura reciproca e portare così conforto e speranza a chi ne ha bisogno.
Giornata di lettura nella scuola Zingarelli. “Matilde” di R. Dahl, letto da Nicola Brescia, donatore di voce, che presenta ai nostri piccoli lettori delle classi prime “una lettrice piccola piccola”.
Perché leggere è bello. Perché i libri mostrano la vita sotto una luce che a volte ignoriamo.
Lo scorso 20 novembre il professor Ferdinando Pappalardo, docente presso l’Università degli Studi di Bari, ha incontrato ragazzi e ragazze dell’Istituto “Rosa Luxemburg” per parlare del “Cantico delle creature” di Francesco d’Assisi e dell’attualità del suo messaggio. Pubblichiamo il resoconto di questo incontro, un video e i lavori realizzati in occasione dell’evento.
LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO… SE IL MONDO SARÀ IN GRADO DI SALVARE LA BELLEZZA
Perché Francesco d’Assisi torna nelle scuole e diventa argomento di attualità? Se n’è parlato il 20 novembre 2024 nell’istituto “Rosa Luxemburg” in occasione dell’ottavo centenario del Cantico delle creature con il prof. Ferdinando Pappalardo.
20 Novembre 2024, 10 del mattino
Cavalletti sormontati da disegni e dipinti, realizzati dalla classe III A del liceo artistico “Rosa Luxemburg” in occasione dell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle creature di San Francesco, danno vita al corridoio percorso dalle alunne e dagli alunni mentre si recano vocianti nell’Auditorium, animati da un comune interrogativo: il Cantico delle creature può fornirci la formula per una società migliore?
Ha provato a rispondere il professor Ferdinando Pappalardo, docente di Teoria e storia dei generi letterari e Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Bari ed ex Senatore della Repubblica. Dopo i saluti istituzionali, la parola è passata prima ai ragazzi, che hanno letto a turno il testo del Cantico delle Creature, e quindi al professore, che con il tono calmo ma disinvolto di chi ha una lunga familiarità con la poesia, ha restituito spessore e profondità a ogni parola del componimento.
Il Cantico, l’opera più antica a noi pervenuta in lingua volgare, come ci spiega il professore, ha avuto uno “strano destino”: entrato nel canone, è stato in grado di rompere l’orizzonte d’attesa consueto e di evocare un universo di senso potenziale, che prende le mosse dalla fisica presocratica per proiettarci direttamente nell’antropocene.
Sole, Luna, stelle, acqua, terra, aria e fuoco. Il Cantico è un inno di gloria a Dio, alla grandezza del creato, alla potenza della vita. Diversamente dalla sensibilità del tempo, Francesco non disprezza la materia: conoscere la natura significa conoscere Dio.
La novità introdotta dal Cantico risiede, però, soprattutto nella lingua: non a caso è considerato il primo componimento della letteratura italiana. Infatti, in quel periodo le opere erano ancora scritte in latino, che era la lingua delle persone colte. Se San Francesco avesse scritto la sua opera in latino, sarebbe circolata solo in una cerchia ristretta di intellettuali, che l’avrebbero compresa superficialmente, senza coglierne pienamente il carattere “eversivo”. San Francesco invece scrive in volgare umbro – la lingua degli Spoletini, precisa il professore – per diffondere il suo messaggio a un pubblico il più ampio possibile, soprattutto tra le persone meno abbienti. Francesco voleva però attribuire alla sua opera un valore dottrinale che non era esprimibile in dialetto, perciò arricchisce il lessico, sperimenta una sintassi più complessa, costruisce il testo con strofe e versi di diversa misura, utilizza rime e assonanze.
Il significato del Cantico si articola su diversi piani: dal punto di vista morale, esalta la virtù del perdono, una virtù niente affatto scontata vista la violenza dei conflitti dell’epoca, nota soprattutto per le Crociate. Dal punto di vista intellettuale, rifiuta l’antropocentrismo, cioè quella concezione che mette l’uomo al centro dell’universo. Infatti, per San Francesco, l’uomo è solo una piccola parte della vita sulla Terra, non la matrice, come invece suggerisce la formula biblica secondo cui Dio ci avrebbe creati “a sua immagine e somiglianza”. L’uomo, dunque, non è il padrone del mondo: la natura è una grande famiglia nella quale siamo tutti sullo stesso piano. Dopo ottocento anni, tuttavia, l’umanità non ha ancora assimilato questi concetti: la volontà di dominio dell’uomo sulla natura ha spezzato i legami di fratellanza e ridotto il creato a oggetto di consumo.
Alla fine del suo intervento, entrato nei panni di San Francesco, il professore ha risposto alle domande dell’intervista impossibile preparata per l’occasione dalle studentesse e dagli studenti.
“In quale personaggio attuale si rispecchierebbe in base ai suoi valori morali?” Questa è la domanda più difficile a cui il professore ha dovuto rispondere: “Purtroppo non trovo proprio termini di paragone”, la sua risposta lapidaria. Il mondo è rovinato da noi stessi, proprio perché ruotiamo attorno al significato di antropocentrismo. Mettiamo l’uomo sempre al centro dell’universo, e questo provoca molti problemi. Lo sfruttamento ambientale, lo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione, sono unicamente conseguenza dell’azione degli uomini. Non capiamo che così stiamo rischiando tutti di scomparire, per questo dobbiamo agire per avere un mondo migliore.
Termina così il professore, lasciandoci tutti rapiti dalla sua pacata indignazione, che diventa la nostra e ci spinge a coltivare quello slancio a fare, ciascuno, la propria piccola parte per salvare la bellezza che San Francesco ci ha insegnato a riconoscere e rispettare.
Dunque, perché parlare ancora di Francesco d’Assisi, perché leggere il Cantico ottocento anni dopo? È proprio Francesco d’Assisi che con la sua visione spirituale ci invita a riscoprire il legame profondo tra Dio, la natura e l’umanità e a impegnarci per un mondo più giusto, fraterno e sostenibile. La sua visione di un mondo fondato sull’amore, il rispetto per la natura, la giustizia sociale, la pace, la fratellanza dovrebbe ispirarci, ribadisce Pappalardo. La sua spiritualità ecologica, la sua povertà volontaria, il suo servizio agli altri e il suo impegno per la pace sono modelli che possono guidare la società contemporanea a trovare soluzioni per le sfide globali di oggi.
Classe III C Liceo Artistico Audiovisivo e Multimediale
Video prodotto dagli studenti del Professionale per la Cultura e lo Spettacolo
Progetti grafici realizzati dalle classi III A del Liceo Artistico Grafica e III B del Liceo Artistico Audiovisivo e Multimediale
Scatti fotografici a cura della classe III B del Liceo Artistico Audiovisivo e Multimediale
Premiazione al certame “In Mytho veritas” presso il Liceo classico “Archita” di Taranto
Taranto – Il 2 febbraio, presso l’Aula Magna del liceo Archita di Taranto, si è svolta la cerimonia di premiazione dell’undicesima edizione del Certame “In Mytho veritas”, un concorso che celebra il valore eterno del mito nella cultura contemporanea. Il mito di Orfeo ed Euridice, tema di quest’anno, ha spinto gli studenti a riflettere su come esso possa ancora oggi offrire spunti di analisi e riflessione. A distinguersi tra i partecipanti sono stati due studenti dell’Istituto Comprensivo “G. Calò – G. Deledda – S.G. Bosco”: Anita Sozio, vincitrice della sezione poesia, accompagnata dalla prof.ssa Matarrese, e Alessandro Mezzetti, premiato nella sezione multimediale sotto la guida della prof.ssa Lattarulo. I lavori dei ragazzi hanno saputo mettere in luce l’attualizzazione del mito, dimostrando come le storie del passato possano ancora oggi parlare alle nuove generazioni. La commissione valutatrice, composta dalla dirigente scolastica del liceo Archita, dottoressa Annarita Vozza, e dalle docenti prof.sse Dell’Aglio, Maria Rago, Gaetana Rago (referente del progetto) e Francesca Poretti (presidente della delegazione di Taranto dell’Associazione Italiana di Cultura Classica), ha sottolineato l’alto livello degli elaborati presentati e l’importanza di tali iniziative per mantenere viva la cultura classica. Occasioni come questa ci ricordano che il mito non è solo una narrazione del passato, Orfeo ed Euridice non sono figure lontane: attraverso il lavoro dei ragazzi sono diventati simboli di storie moderne, di sogni, di legami fragili, di speranze, di ipocrisie, di solitudine, di fiducia tradita, di solitudine, di smarrimenti e di desiderio di riscatto. Grande soddisfazione è stata espressa dalla dirigente scolastica dell’I.C. di Ginosa, prof.ssa Marianna Galli, orgogliosa del successo ottenuto dai suoi alunni. L’evento si è concluso tra applausi e congratulazioni, con l’auspicio che il certame “In Mytho veritas” continui a ispirare giovani menti a riscoprire la ricchezza della tradizione classica.
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